Caro Franco,
mai avrei pensato di dover scriverti un giorno questa lettera e anche adesso che mi accingo a farlo, sono tuttora incredulo e per nulla rassegnato al fatto che non potrò più contare sul tuo aiuto e sulla tua amicizia.
Ci siamo conosciuti 35 anni fa o forse anche più e, pur assai diversi nel carattere e persino nella fede calcistica, abbiamo subito legato. La nostra amicizia ci ha permesso di condividere insieme tanti momenti della nostra vita professionale e non. Il nostro comune impegno, prima in ANDI, la nostra associazione, e poi all’Ordine dei Medici, è stato un vero sodalizio: avevamo una tale identità di vedute che ci permetteva di schierarci sempre dalla stessa parte e di sostenere le medesime opinioni pur senza esserci consultati preventivamente. Negli incontri e nelle riunioni istituzionali in ambito ordinistico o associativo io sapevo già cosa avresti detto tu, così come tu sapevi già cosa avrei detto io.
Di te come Collega ho sempre ammirato la brillante intelligenza, la tua ferma determinazione, la tua competenza, quel tuo modo scanzonato ma rigoroso di affrontare i problemi e gli argomenti di discussione, la tua rara capacità di creare aggregazione.
Di te come amico ho sempre ammirato la tua trascinante vitalità, il tuo ottimismo, la tua simpatia, il tuo umorismo talvolta dissacrante, il tuo profondo senso dell’amicizia, il tuo amore per lo sport e la sana competizione.
Detto sinceramente, per me sei sempre stato un grande amico, anzi l’amico ideale, a parte ovviamente il fatto che tenevi per il Milan… ma si sa, “nessuno è perfetto!”, come mi dicevi spesso anche tu.
Da quando ho appreso la triste notizia non riesco a non pensare ai tanti momenti trascorsi insieme, a tutti gli incontri e i convegni ANDI, non solo a Treviso ma anche in giro per l’Italia, alle tante riunioni all’Ordine, alle interminabili discussioni che spesso poi proseguivano nel vicino pub davanti a una birra. Mi sono ritornati alla memoria i numerosi momenti conviviali trascorsi con gli amici comuni, le vacanze in montagna con le nostre rispettive famiglie, persino le mie performance sportive, dato che per un periodo eri finanche riuscito a farmi rinnegare la mia indole pigra per convertirmi all’attività fisica. Così sorridendo mi sono rivisto nuotatore senza fiato dopo una sola vasca, ma poi trasformato in nuotatore da 2000 mt in quattro stili. Sciatore approssimativo trasformato in sciatore in grado di affrontare le piste nere anche in mezzo alla nebbia seguendo le code dei tuoi sci. Sei persino riuscito a trascinarmi in palestra, ricordi? Ricordi quando all’inizio, ironizzando sulla bassa velocità del mio tapis roulant, mi dicevi che potevo portare fuori il cane a fare la pipì? Ma ricordo con piacere anche quando ti complimentasti con me la prima volta che mi vedesti correre davvero per un’ora intera.
Certo a quel tempo eravamo entrambi più giovani e rampanti ma tu, a differenza di me, non sei affatto cambiato negli anni. Hai conservato sempre il tuo spirito sportivo, forte e combattivo, persino contro il male che alla fine ti ha portato via. Sei sempre rimasto “giovane dentro”, anche quando dopo la nascita del tuo primo amato nipotino ti prendevo in giro chiamandoti “nonno” e tu prontamente rispondesti che “la Loretta era la nonna ma tu invece eri lo zio”.
Ora faccio fatica a immaginare di non poterti più incontrare, di non poter più contare sulla tua lealtà, i tuoi preziosi consigli ed il tuo supporto. Lasci un vuoto immenso nella tua famiglia, ma so per certo che mancherai moltissimo anche a me e ai tanti amici e Colleghi che hanno avuto la fortuna di conoscerti e il privilegio di frequentarti.
Fa’ buon viaggio caro Franco… fa’ buon viaggio, amico mio!!
Dott. Luigino Guarini
Presidente Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri di Treviso
